Saturday, June 25, 2011

Inno alla Collective

Qualche tempo fa mi è capitata una richiesta da parte di un cliente che al 70% si è rivelata già svolta grazie al lavoro di un'altra azienda (straniera) che produce prodotti Plone e che ha rilasciato il codice.
Fantastico!

Premessa: dato che il discorso che vorrei affrontare qui non è relativo a quel prodotto o a quell'azienda ma è più un discorso di attitudine generale, non scendo nei particolari. Chiamiamoli quindi Prodotto X e Azienda X (e visto che ci siamo, anche Cliente X).

Come innumerevoli altre volte, con soddisfazione ho potuto dire al Cliente X "quello che mi chiedi, Plone (la comunità) te lo offre praticamente già fatto". Soddisfazione sua (che ancora una volta ha capito quanto abbia fatto bene a scegliere Plone nel panorama dei CMS Open Source), soddisfazione mia (che lavoro meno e non devo per l'ennesima volta reinventare la ruota).

Rimane fuori quel piccolo 30%. Il Prodotto X era carente di:
  • traduzione italiana (questo capita ancora troppo spesso)
  • qualche funzionalità aggiuntiva, specifica del Cliente X, che poteva però essere resa una funzionalità generica e riutilizzabile per tutto il Prodotto X.
Aggiungiamo anche un piccolo particolare, ossia che il prodotto era testato (funzionante) solo per Plone 4. Il Cliente X ha una solida installazione Plone 3.3, sono certo che prima o poi passerà a Plone 4 (4.1?) ma senza fretta.
Quindi alla lista sopra, aggiungiamo anche il backport del codice a compatibilità con Plone 3.3.

La Collective
La comunità Plone è fantastica, tra le altre cose, per la sua adesione quasi totale all'uso del repository di codice comune: la Collective.
Raramente lo sviluppatore medio si prende il tempo di andare a cercare nella pagina della documentazione di un prodotto se c'è un link al repository del codice. E' certamente buona norma documentarlo esplicitamente (ne ho già parlato) ma i Ponisti sanno dove andare a trovare il codice.
E' come entrare in una casa di un amico, e questo ti chiede "prenditi pure una birra". La cercheresti fuori dal frigo?

Capita mai che il codice non sia dove me lo aspetto? Certo... è capitato, ma credetemi se vi dico che è un evento talmente raro da potermi dimenticare che alle volte succede!

Quale è stata la sorpresa questa volta? Ovviamente il Prodotto X (che tra le altre cose utilizza il namespace collective.xxx) non era sulla collective.

Digressione
Mi immagino già un certo numero di lettori che a queste prime parole stanno già affilando le armi pensando che questa sia una difesa all'uso di SVN. E' come se già leggessi commenti dire "la collective è roba vecchia, ora è meglio passare a Git".
Non lo nascondo, c'è una recente tendenza di spostare la gestione del codice da Subversion a Git e soprattutto Github.
Se persino il core dello sviluppo Plone si sta muovendo verso questa nuova tecnologia, sono certo al 100% che ci siano ottimi motivi ma qui non si sta parlando di quella collective.

Non deve importare la collective come "scelta tecnologia" ma come "idea": un posto dove lo sviluppatore Plone sappia di poter trovare tutto il codice che gli serve. Un posto dove tutti i plonisti del mondo possano collaborare!

Se poi la collective è un reposiroty di codice fatto con SVN, CVS, Git o come copia manuale del codice... non importa! Se c'è uno standard de-facto, usiamolo. Ad oggi avere il codice Plone sulla collective o su Github, non fa grande differenza!

Torniamo al Prodotto X dell'Azienda X
La mia idea, fin dal principio (e credo sia sempre un'ottima idea) è stata naturalmente quella di:
  • tradurre/far tradurre il Prodotto X in italiano
  • aggiungere la funzionalità richiesta dal Cliente X in modo tale che fosse generica (la nuova funzionalità stessa ovviamente andava ben tradotta)
  • far funzionare il prodotto con Plone 3.3 e superiori (attività banale questa volta)
Come si comincia in questi casi? Ecco un semplice consiglio:
Se possibile, non limitiamoci a sistemare in 10 minuti le cose che ci interessano del Prodotto X, magari sul nostro repository di codice privato o tramite patch, ma forniamo agli sviluppatori dell'Azienda X un branch del loro stesso prodotto.

Dopo questo chiediamo all'Azienda X di integrare le nostre modifiche!
Questo consiglio paga? A mio parere sempre. Un branch o una patch applicata ad un prodotto di terze parti che tenete per voi e per il vostro cliente non porterà a nulla.
La sensazione iniziale è di aver velocemente risolto il problema, ma è un'attitudine che guarda molto avanti nel tempo.

Se avessi preso quella strada avrei impiegato meno tempo (non nascondiamolo), ma prima o poi il Prodotto X avrebbe rilasciato una nuova versione (corretto un bug? Aggiornato il codice ad una nuova versione di Plone? Aggiunto una funzionalità?) e io sarei stato costretto ad "inseguire", a riapplicare la patch alla versione successiva del prodotto.
Ecco che quell'ora o due risparmiate oggi diventano quattro ore domani.

La posizione del codice
L'Azienda X esce però dagli standard, commette quindi un piccolo peccato. Il Prodotto X è open source ma il codice non si trovava sulla collective.

Scopro infine che il prodotto è ben documentato e nella documentazione c'è un link al repository del codice: scopro con perplessità che l'Azienda X ha scelto di usare Mercurial e un servizio simile a Github: Bitbucket.

Non so usare Mercurial e non avevo troppo tempo per imparare quei comandi minimi per usarlo tanto da poter creare un branch.
Quello che alla fine ho fatto è stato quindi mandare all'Azienda X un file di patch con le modifiche.
Per arrivare a quel file, quel prodotto finito, ho dovuto fare qualche tentativo in varie direzioni, che alla fine si sono tradotti in... una copia del prodotto nel nostro repository aziendale (questo perché avere il codice sotto controllo di versione permette di tornare sui propri passi con eleganza e velocità).

L'ironia sta tutta qui: la scelta dell'Azienda X di non usare la collective (e la mia incapacità nell'uso di Mercurial ovviamente!) mi ha obbligato ad una serie di operazioni che mi hanno fatto perdere più tempo del dovuto.
Sono convinto che lo sforzo sia stato ben ripagato: la patch è diventata parte del Prodotto X e questo a mio avviso è sempre un buon risultato.

Ecco quindi un nuovo consiglio:
Se il vostro codice è open source ed è nei vostri obbiettivi rilasciarlo, il posto giusto è la collective (+ Github).
L'Azienda Y preferisce un repository interno. Perché?
Sia ben chiaro: lavorare con l'Azienda X è stato molto fruttuoso. La scelta di usare Bitbucket è, come dicevo, un peccato veniale. Il repository era ad ogni modo pubblico e la patch è stata discussa e integrata con estrema velocità.

Esistono motivi per cui un prodotto rilasciato non debba invece rendere disponibile il codice sulla collective?

Non ne trovo. Nemmeno uno!

Non sto dicendo ovviamente che tutto il vostro codice debba essere rilasciato. Sono convinto che una parte di questo (che sia piccola e grande dipende dal vostro tipo di cliente medio) stia bene in posti riservati perché conterrebbe informazioni che riguardano il Vostro Cliente.
La scelta in questi casi è ovviamente il vostro repository, o quello del vostro cliente (nel caso ne abbia uno).

Ma se rilasciate il prodotto, perché non dovreste usare la collective?

Come dicevo, non trovo grandi motivi, ma posso mostrarvi i motivi per cui invece dovreste rilasciare il codice dove tutti possano contribuire.

Fix di bug
Un plonista usa il vostro prodotto e ha trovato un baco. Potrebbe averlo fissato per voi. Una cosa in meno che dovrete correggere voi.
Aggiornamento ad una versione successiva di Plone
Un plonista vuole usare il vostro prodotto e ne crea un branch che lo rende compatibile con una versione di Plone più recente. Quando uno dei vostri clienti, magari gli stessi per cui già avete sviluppato il prodotto, vi chiederanno "funziona con il nuovo Plone", voi potrete dire di sì... e sopratutto dire che qualcun altro ha pagato per quell'aggiornamento. La comunità funziona.
Aggiunta di una funzionalità
Il plonista, di solito tramite un branch, aggiunge al vostro prodotto una nuova funzionalità. Vi pare poco?!
Nuova lingua
Il plonista straniero ama il vostro prodotto e lo traduce nella sua lingua. Il bacino di utenza del vostro prodotto aumenta e con esso la vostra visibilità, o quella della vostra azienda.

Quanto descritto nei casi qui sopra non è qualcosa che ho letto sul "Manuale Etico del Plonista". Sono tutte cose che ho visto succedere... e non una sola volta!

Siate generici, e riciclate
Ecco forse il consiglio più importante.

Il Cliente Y vi chiederà qualcosa di nuovo. La prima cosa da fare è guardarsi intorno. Capire se c'è giù un prodotto che fa al caso vostro. Se lo trovate, Plone (e voi con lui) farete un figurone.

Se questo non accade ma trovate qualcosa di simile, vale quanto detto fin'ora... se la vostra necessità si avvicina al 60/70% o più a quanto fornito da un altro prodotto, valutate se è possibile estendere quel prodotto, o migliorarlo.

Anche in questo caso Plone (e voi) farete una bella figura.

Capitano invece casi in cui dovete praticamente per forza tornare a sviluppare qualcosa di completamente nuovo.

Prima di iniziare a risolvere il problema del Cliente Y a testa bassa pensate se quanto state sviluppando non possa essere reso più generale, e possa quindi essere rilasciato.

Vi è mai capitato, dopo una nuova richiesta, di dirvi "questa richiesta mi è già stata fatta"? Se sì, e non avete reso la soluzione del problema generale, avete perso un'occasione. Il copia/incolla del codice da un prodotto ad un altro non è una soluzione molto mantenibile...

Non inserite un nuovo pezzo di codice "a caso" dentro ad un altro prodotto. Non conta se questa nuova funzionalità vi sembra minima. Spendendo poco in più potreste ottenere qualcosa di prezioso, qualcosa che in futuro potrebbero usare altre persone, ed essere migliorato da altri.

Come già detto: quello che spendete oggi vi ritornerà domani. Investimento!

Prendo un esempio tra i tanti che potrei citare: collective.portaltabs. Questo ricalca perfettamente quando descritto sopra.
Abbiamo incontrato vari utenti che:
  • volevano il controllo dei link in testata del sito
  • avevano paura (o non avevano i poteri) per accedere alla ZMI
Senza un prodotto apposito l'unica soluzione è accedere alla ZMI ed imparare come fare. E' facile? Lo è certamente per molti di voi, ma l'utente inesperto non ama la ZMI. ZMI è dove nulla è in italiano, dove si possono fare "cose pericolose" e dove le cose non sono per nulla chiare.

Quel prodotto non fa nulla di speciale, ma fa qualcosa che vari nostri clienti hanno richiesto.

Traduzioni
Un altro grande ostacolo al rilascio al pubblico sono le traduzioni del prodotto. La tentazione di partire in quarta scrivendo le varie label e descrizioni della vostra interfaccia grafica direttamente in italiano può essere forte.

Molto spesso quello che si ottiene è quindi un buon prodotto, probabilmente anche riutilizzabile e riutilizzato tra vari clienti e installazioni, ma che non può essere rilasciato pubblicamente.

Le prime volte che vi scontrate con il sistema di traduzioni di Plone può sembrare una procedimento molto lento. Ancora una volta: è un investimento. Ad oggi per me è diventato normale scrivere tutto in inglese e tradurre tutto velocemente alla fine.
Fare le traduzioni dei vostri prodotti in Plone è facile, davvero facile (ho scoperto di recente che con la nuova versione 4.1 non ci sono alcuni problemi che ho riscontrato in questi anni) e richiede un tempo aggiuntivo piuttosto misero.

Se fare questo, il vostro prodotto potrà diventare qualcosa che tutta la comunità potrà riutilizzare ed aiutarvi a mantenerlo.

Plonista avvisato...

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